14/04/11

Che rottura!

A Gattinara la Lega Nord si sta spaccando in due. Nel resto del paese sta solamente rompendo!

11/04/11

Perché anche questa notte devo scappare?

Esco da questo nascondiglio o rimango qui ad aspettare? Fa freddo e c’è poca luce, sono dietro ad un’enorme cassa di legno con incisi dei caratteri cirillici ed una scritta rossa grossa: U.R.S.S.
“Eccolo là!...”
Mi hanno scoperto! Inizio a correre lungo il ponte di questa nave che diventa sempre più lungo, dietro di me uomini neri con magliette svolazzanti con stampata l’effige di un pseudo Che Guevara, m’inseguono, il primo ha una torcia elettrica in mano, il secondo ha una serie di fogli, il terzo ha i pugni chiusi. Non ce la faccio più a correre.
“Ah!” sono in trappola
Davanti a me si materializza uno di loro con la faccia cattiva e sudata. È magro: lo conosco, si, è Omar. Mi fa segno di seguirlo, anch’egli indossa la stessa maglietta degl’altri tre, ma a differenze dei primi, la sua è rossa come la fascia che ha in testa. Mi spinge attraverso una porta basculante e mi ritrovo in una specie di sala da ballo abbastanza affollata. Omar si gira verso di me e mi fa segno di andare verso il centro e poi scompare fra la gente. Gli altri rimangono a fare la guardia alla porta.
“Anche tu qui? Ti hanno scoperto, vero?”
È la mia amica Anna che ridendo mi porge un piatto di fagioli in umido. “Dai che non ci sono le cotiche… Vai dal capitano che ti sta aspettando.” e con un gesto del volto mi fa segno di andare avanti. Attraverso la sala con il piatto in mano tra il mio imbarazzo e la serenità di non essere da solo e soprattutto di non essere più inseguito. Arrivo dal capitano. Mi da le spalle. Ha in testa un buffo cappello da pittore dei primi del novecento francese e una giacca blu scura. Si gira e lo riconosco è colui che è raffigurato nelle magliette: il pseudo Che Guevara ma non riesco a capire chi sia in realtà. Questi fa appena in tempo a porgermi la sua mano per darmi il “Benvenuto a bordo, ti stavamo aspettando” che dalla porta centrale del salone entra un esagitato individuo che parla ad alta voce e si dirige verso il secondo dei miei inseguitori e gli prende di mano uno di quei fogli e sempre con modi affannosi, si dirige verso di noi. La musica in sottofondo (una canzone di Mike Francis insopportabile già venti anni fa) confonde le sue parole. Quando è quasi giunto verso il capitano e me la sua frase, che penso continui a dirla da quando è entrato in scena, è più chiara.
“…è la base che bisogna cambiare… Pitagora non capiva un cazzo!”
Mi giro verso il capitano che dal taschino della giacca prende gli occhiali e l’indossa per cercare di capire meglio le intenzioni dell’esagitato in arrivo, e dallo stesso taschino gli cadde un plettro giallo.
OK, tutto mi è chiaro: il capitano è Enrico (Ernesto) Cassone, e il signore molto agitato è Luigi Zanetta. La nave è l’ideologia di sinistra dalla quale volevo scappare, ma per fortuna i miei amici (molto giovani e alti) mi stavano rincorrendo per riportarmi indietro.

Mi sveglio un po’ agitato. Sono passate solo quattro ore dalla serata dedicata alla sanità in Valsesia svoltasi Venerdì 9  aprile 2011 al salone polifunzionale Sterna di Quarona, e gli effetti si fanno sentire.

La serata è stata aperta, con un pregevole inizio, da Enrico (Ernesto) Cassone che ha fatto un po’ il punto della situazione del lavoro svolto dalla federazione delle Sinistre (uso un termine che non mi piace ma che va di moda ultimamente) in questi anni di presenza sul territorio e dei progetti per il futuro prossimo. Segue un’introduzione un po’ varia ed eventuale del consigliere di minoranza del comune che ospitava l’evento: Minaroli, che ha toccato sia il tema della serata stessa che temi di politica nazionale dando lo spunto all’intervento MAIUSCOLO dell’ex (purtroppo) assessore alla sanità della Regione Piemonte Eleonora Artesio.

Tra tutto ciò che ha detto Artesio, mi ha fatto piacere trovare in essa lo stesso sentimento di disgusto che io provo quando la sanità (ed anche altri servizi socialmente indispensabili) vengono letti e gestiti come atti stolti da una SEMPLICE industria. La semplificazione alla serializzazione di azioni che coinvolgono le persone è pura e vera idiozia.
L’azienda sanitaria è come dire l’azienda famiglia, l’azienda sentimento, l’azienda fratelli… Eppure purtroppo è così…
Ma ritornando alla serata. Artesio ha spiegato i motivi per i quali il Piemonte ha dovuto sottoscrivere un piano di rientro per il bilancio sanitario con lo stato, per un debito fatto dall’amministrazione Ghigo (pre- Bresso). Ha reso noto che il bilancio per la sanità per il prossimo anno è stato notevolmente ridotto, e che per rientrare nello stesso verranno bloccate le assunzioni, le ore di degenza, la qualità e la quantità dei materiali, le ore e le assistenze post ricoveri. Verranno inoltre raggruppati una serie di ex ospedali (perché ora si chiamano aziende ospedaliere) in gruppi detti CLUSTER ed i dirigenti di questi potranno comprare e vendere servizi sanitari come se fosse azionariato di mercato. Cioè se a Borgosesia si nota un aumento di casi Legaiolomia acuta, il dirigente del Cluster potrà decidere di aprire un reparto per la cura della Lega all’ospedale di Borgosesia, e spostare - per assurdo-  la pediatria a Novara. Mah!
L’ex (purtroppo) assessore è stata competente e MOLTO chiara: si capisce chiaramente che il suo ex lavoro (come ha ben detto Minaroli nel suo intervento) lo ha svolto con passione, rigore e sentimento. Si sentimento, perché lei è una donna, anzi una donna di sinistra e loro le cose le fanno meglio, non c’è niente da fare!
Artesio, a parte le battute, ha saputo trasmettere in modo chiaro gli scenari che si potranno avere in Valsesia sul piano sanitario.

La serata poi è proseguita con il dibattito. Il primo ad intervenire è stato il candidato presidente per la provincia di Vercelli per la lista Italia dei Valori, e Sinistre tutte, l’Ing. Carlo Rossi: no comment.
Anna Urban (anche lei signora di sinistra…) ha fatto alcune precisazioni e una domanda molto pertinente sulla distribuzione dei farmaci a cui è seguita una risposta molto tecnica ed esaustiva della sua collega di sesso. L’ex sindaco di Varallo anch’egli ha rincarato la dose sulla cattiva gestione della sanità in Valsesia e ha sottolineato che per l’acquisto dei materiali si dovrà seguire la regola non più il prodotto migliore, ma quello a meno costo.
Dopo l’entrata in scena del compagno Luigi Zanetta (che anche se ci fosse stato a capo del governo centrale Stalin e l’Italia si fosse chiamata Repubblica Socialista delle Regioni Comuniste Sociali di Sinistra Estrema Italiana, non sarebbe ancora contento), Gino Corradini ha guadagnato la quarta sedia vuota sul palco (non mollandola più fino alla fine) e ha polemizzato (nel contesto – ingiustamente- ma fuori contesto io sono parzialmente d’accordo con lui) con la Signora della Sinistra Valsesiana Anna Urban.
Enrico (Ernesto) Cassone ha chiuso la serata con i ringraziamenti di rito e i gruppetti di pubblico accorso hanno pian piano lasciato vuoto lo Sterna. Mentre Fuori Anna e Gino (di rosso in-vestito) hanno continuato a litigare.

Considerazioni finali.
1 – Sono orgoglioso e fiero di avere avuto un’aeessorA come Eleonora Artesio. Spero che il suo impegno e la sua competenza vengano in futuro meglio sfruttati.
2 – La sinistra c’è indubbiamente, ma purtroppo no piace, in Valsesia come nel resto d’Italia, c’è poco da fare, non saprei quale cura consigliare. Anzi no una ve la posso suggerire: per le prossime elezioni politiche 2012 la donna giusta potrebbe essere Concita De Gregorio Candidata unica per SeL, IDV, Grillini e Rifondazione con l’appoggio esterno del PD.
3- Ci vogliono più dibattiti e riunioni come queste per rendere viva la politica locale, sempre nel rispetto dell’agenda del compagno Luigi Zanetta.

Scusate la lunga e bacchettina introduzione, ma se non Vi è piaciuta e se foste stati presenti anche Voi alla serata, allora fatelo Voi un riassunto ben fatto: io per quanto percepito di più non so fare.
Oreste Sannu