13/04/10

Il leader marxsimo.

Nella Capitale, nelle serate scorse, ci sono state riunioni su riunioni dei circoli dei partiti di centro sinistra. Dai più piccoli e periferici ai più importanti e vip. L’ordine del giorno e stato (ed è per le riunioni che si terranno questa settimana): chi sarà il prossimo leader della super coalizione di centro-sinistra?
Già dimenticavo di dire che alle prossime elezioni del 2013 tutti i minipartiti di sinistra e tutti quelli di centrosinistra si presenteranno sotto un unico superperito contro il temibile Super Giulio.

(Si perchè nel 2013 Giulio Tremonti guiderà –finalmente- la coalizione di centrodestra. Finalmente per 2 motivi principalmente: 1 perché è uno dei pochi veri politici del centrodestra che senza Berlusconi riescono a sopravvivere e coalizzare e 2 perché di un ventennio l’Italia né ha già avuto uno).

Ragionando con questi metodi è come ammettere che l’attuale forza parlamentare di opposizione non ha i mezzi ed il carisma per contrastare il presente governo e farlo terminare prima che combini altri guai.
Ragionando solamente con i numeri non si va molto avanti, perché dietro i numeri ci sono sempre persone con menti in grado di fare un ragionamento ben più complicato del semplice crociare un simbolo (parafrasando Neruda).
Ragionando con la stessa mente è come ripercorrere la stessa strada per cercare una via più breve: è inutile.
La soluzione sta analizzando errori e successi.
Un leader non si forma dal niente, nel regno animale lo diventa chi uccide o scaccia il vecchio capo. Quanto accaduto in Puglia alle primarie preelettorali dovrebbe far riflettere ai pensatori del Pd: il dalemista sconfitto (per la seconda volta) dal buon (ormai vecchio anch’egli – ma non troppo per essere un bravo premier - ) Vendola.
Un leader non si forma dal niente, la Lega, infatti, coltiva i suoi giovani passo dopo passo e li conduce - ancora molto giovani – ad una vicepresidenza di provincia, o ad essere presidenti di una camera non ancora 40’enni, o a governare regioni molto importanti come il Piemonte e il Veneto. In Valsesia, fra 10-20-30’anni, non ci sarà alcun problema nel trovare un sostituto dell’On. Buonanno, perché nel frattempo altri ragazzi saranno cresciuti politicamente.

Occorre imparare anche dagli avversari, e questo è un consiglio a 360° sia sotto il punto di vista politico che quello aziendale. “Per fare l’amore o la guerra con i Cinesi, bisogna avere le palle!” Questa citazione non è né di Bossi, né di Brunetta e neppure di Buonanno l’ha detta Bersani 5 anni fa, ora...

Intanto il solo pensare di un ritorno al passato (Prodi) ha fatto perdere al PD un comune come Mantova (centro intellettuale culturale e storico importantissimo) che per 65 anni è stato un baluardo della sinistra. Tutti i dirigenti del Pd sono andati in aiuto alla brava sindaco uscente. Mi viene da fare una considerazione: ma se questi rimanevano a casa loro !?