04/10/10

Un Nobel al futuro.

Menomale che prima o poi si è arrivati a valorizzare e premiare chi ha impedito che il calo demografico europeo fosse sotto zero. Dopo 32 anni dalla nascita del primo essere in provetta, la scienza si è inchinata al vecchio dottor Robert Edwards. Anche se il Vaticano non è molto d’accordo: evviva la fecondazione in vitro!
E in Italia a parte il Vaticano cosa succede?
Beh, con un bel referendum abbiamo annullato ogni possibilità di ricerche mediche che andavano in questo senso (e anche in altri più terapeutici), cancellando la possibilità a molte coppie di poter avere un figlio, ed a molti altri di poter sperare ad una cura basata sulle potentissime risorse che hanno le cellule staminali. Tutto ciò perché un gruppo di VECCHI con il gonnellone portatori mal sani della parola di Gesù e che non hanno mai avuto l’onore di essere genitori, hanno deciso che ciò che è in grembo materno è vita e quindi non ha diritto ad essere manipolato. Idea che può essere condivisa, ma non è detto che sia la verità! Io sono convinto addirittura del contrario, e sono in ottima compagnia perché più dei ¾ della popolazione Europea la pensa come me.
Incrociando la notizia del Nobel per la medicina noi non possiamo utilizzarlo nel nostro paese, con altre, per esempio che in Italia abbiamo un livello bassissimo di donne manager – addirittura siamo dietro la Turchia -, che abbiamo un livello scolastico della lingua straniera da incubo, che abbiamo una classe dirigente (politica e imprenditoriale) più anziane del globo, che siamo i primi in Europa ad avere il segnale digitale terrestre, che in Facebok gli italiani sono quelli che hanno meno amici internazionali, che i fondi alla ricerca e alla scuola vengono continuamente ritoccati in ribasso, che abbiamo circa 4 telefonini per nucleo famigliare (e che il nucleo famigliare italiano medio è di 2.5 persone), che il nostro presidente del consiglio ha più capelli oggi (74 anni) di 10 anni fa, che un italiano medio legge circa 1,5 libri al’anno, (…) mi vien da pensare che: o miriamo all’autodistruzione o non siamo i grado ne d’intendere ne di volere. In tal ultimo caso, vendiamoci alla vicina Svizzera o alla lontana (sia nel modo di pensare al futuro che in kilometraggio) Finlandia, prima che sia troppo tardi.